La diffusione dei veicoli elettrici ha certamente fatto passi da gigante negli ultimi anni, basti pensare che in Italia – un Paese piuttosto refrattario all'elettrico (le iniziative del governo mancano) – ha recentemente aperto una concessionaria specializzata nella vendita di auto elettriche o EV.
La più grande azienda di servizi di consulenza e revisione al mondo, la Deloitte, ha effettuato uno studio a questo proposito nell'aprile di quest'anno, dal titolo “Will consumers ride the electric vehicle wave?” (“I Consumatori cavalcheranno l'onda elettrica”)?, che ha prodotto risultati interessanti (seppure in parte attesi).
La ricerca ha coinvolto oltre 12mila persone, fra Cina, Stati Uniti, Giappone ed Europa (dove i partecipanti sono stati 4.760), per un totale di 16 Paesi. I Paesi europei coinvolti sono stati Belgio, Francia, Germania, Italia, Spagna, Turchia e Regno Unito).
Quanti farebbero il primo passo? - Una delle domande principali del survey volgeva a capire la quantità di potenziali “first movers” (persone interessate nell'acquisto di un EV e disposte ad acquistare o noleggiare un auto eletrica entro 12 mesi). I partecipanti cinesi – tutti provenienti da aree urbane – sono risultati i più propensi a diventare le avanguardie del “popolo elettrico”, visto che il 50% sì è dichiarato come potenziale acquirente di un EV. I giapponesi sembrano essere quelli meno favorevoli (bisogna considerare che il terremoto in Giappone, che ha creato grossissimi problemi alla produzione di energia elettrica tramite reattori nucleari, e forti dubbi sul loro futuro, è accaduto proprio in concomitanza con lo studio della Deloitte), con un 4%, mentre Europa (16%) e Stati Uniti (12%) sono piuttosto allineati.
Batteria per automobile elettrica |
Il costo dell'innovazione – Un capitolo a parte riguarda il costo dei veicoli elettrici. La maggior parte degli intervistati non è disposta a paga re un sovrapprezzo per un EV, nei confronti di una vettura con motore a combustione interna, solo il 6% degli europei è disposto a pagare oltre 3mila euro in più, e il prezzo atteso dai potenziali clienti è inferiore ai 15mila euro, al netto degli incentivi statali. In realtà la situazione attuale è molto diversa. Il giornale britannico Indipendent fa notare che una Mitsubishi i-iMiEV costa 23.990 sterline britanniche (circa 28mila euro), nonostante gli incentivi governativi pari a 5mila sterline (5.800 euro), mentre l'equivalente a benzina è stato venduto a 9.000 sterline (10.500 euro) per un certo periodo (ma poi ritirato dal mercato perché troppo caro). Il confronto con Nissan LEAF è più difficile, non esistendo un corrispettivo a benzina o diesel, ma i prezzi sono analoghi a quelli di Mitsubishi i-MiEV, ovvero di gran lunga superiori a quelli richiesti dal mercato, secondo lo studio della Deloitte.
Si tratta di una grossa, sfida per produttori governi, che dovranno impegnarsi a incentivare l'acquisto, se vogliono sviluppare l'utilizzo delle vetture elettriche. Ancora più grossa in Italia, dove Nissan LEAF e Mitsubishi i-MiEV non sono nemmeno presenti nei listini delle rispettive case automobilistiche.
Mitsubishi i-MiEV |
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